MOVIMENTO

La pittura di Vito Gemmati è il prezioso distillato della sua ineguagliabile esistenza. In ogni pennellata si rintraccia l’intensità della sua personale avventura artistica e umana, costellata di gioie e di dolori, di incontri straordinari e viaggi meravigliosi. L’arte di Gemmati, costantemente intrisa di pensiero filosofico, pone le eterne domande dell’uomo di fronte al mistero della vita e della morte ed esprime stupore e gratitudine per l’enigma più grande: quello dell’amore, sentimento che spalanca porte su metafisici spazi infiniti, dove il semplice atto del respirare coincide con l’aderire al destino dell’universo intero e il risplendere della stessa aura del creato. Nei dipinti di Vito Gemmati l’amore è la ghirlanda di foglie verdi tra le dita di pietra delle statue di due amanti; è il filo di Arianna che diventa il guinzaglio con cui Teseo imbriglia e domina il suo minotauro; è, ancora, la fiducia con cui il nudo funambolo incede su un lungo filo teso (sempre quello di Arianna?), ai cui due capi stanno delle raffigurazioni della vita e della morte. Sotto il funambolo si dipana un rarefatto paesaggio, illuminato da una luce eterea e straniante, proveniente da un altrove, una luce sottratta alla dimensione del sogno, della visione, che si posa sul mondo e su noi con una dolcezza antica e ci denuda, ci smaschera, ci svela, ci confessa una inattesa verità.  La luce onirica di questa spregiudicata verità è in Vito Gemmati un colore primario: è la sua cifra, il suo sigillo d’amore.

DAVIDE CORTESE

Davide Cortese, classe 1974, è un poeta e scrittore dell’isola di Lipari. Tra le sue opere ricordiamo “Zebù bambino”, il suo poemetto sull’infanzia del diavolo e il romanzo “Malizia Christi”. Ha ricevuto in Campidoglio il Premio Internazionale Don Luigi Di Liegro per la Poesia e a Firenze il Premio La Chute alla Poesia. È stato tradotto in diverse lingue e collabora con la rivista letteraria “Laboratori Poesia”.

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